Tempo di Quaresima, tempo di deserto, di vuoto, di spazio da dare alla Parola di Dio. Lasciamoci accompagnare dalla Parola di Dio letta quotidianamente, fermiamoci insieme ad altri a leggere il Vangelo, togliamo il superfluo e mettiamo l’essenziale. Perché il deserto/Quaresima è il luogo/tempo della chiamata a scegliere di andare oltre ogni superficialità e mediocrità.
Giovanni 4, 5 – 42
La terza tappa del cammino nel nostro deserto ci conduce a un pozzo dove troviamo una donna straniera e sola che è andata ad attingere acqua. Una donna che incontra un uomo straniero assetato e “affaticato per il viaggio”.
Estranei e diffidenti all’inizio, i due finiscono per fare una scoperta che cambia la vita: ognuno è come un sorso d’acqua per la sete dell’altro.
La donna è la necessaria nostra presa di coscienza della sete di vita mai appagata del tutto; quella sete che ci smuove ogni giorno a uscire, con ansia mista a speranza, dal cerchio di sicurezza per attingere a qualche sorgente di felicità. Con stupore, è proprio in quest’uscire da se stessi con la disponibilità al dialogo che si accende una speranza nuova. La speranza di “non dover tornare più a quel pozzo”, perché c’è un’altra fonte d’acqua che dispensa addirittura un elisir di vita eterna.
Nella vita arriva il momento in cui occorre che si faccia verità su se stessi: qual è la mia sete? Sono veramente degna/o di attingere a questa nuova sorgente di felicità? La verità nasce dall’incontro con chi non ci aspettiamo, che ci aiuta a togliere il velo davanti agli occhi: “un uomo che mi sa dire tutto quello che ho fatto nella vita” è capace di farci prendere coscienza della sete profonda che nasce dentro, dai bisogni e dai tormenti del cuore.
Come è successo per quella donna, abbiamo bisogno di qualche “estraneo” che ci riveli le seti che non riusciamo a estinguere da soli: sete di cose e di relazioni, sete di affetti, sete di spiritualità, sete di salvezza. Certo, forse abbiamo già diversi pozzi a cui attingere, ma dobbiamo scoprire che quelle seti saranno davvero soddisfatte quando entreremo nel profondo di noi stessi. Nella nostra storia personale arriva il momento di scoprire la sorgente interiore che appaga il bisogno di amare ed essere amati. Di quale tipo è la mia sete? Come sto cercando di soddisfarla?
L’Uomo-Dio si siede al bordo del mio cuore e mi aspetta: è pronto a offrirmi un’acqua viva, che diventa una sorgente che sgorga nel profondo.
E la Samaritana si lascia dissetare, facendo verità nella sua vita e, libera, può diventare “acqua” per i suoi concittadini. Anche Gesù mi rivela di avere una sete continua: ha intrapreso un faticoso viaggio nel mondo col desiderio di incrociare persone che diventino sorgenti capaci di colmare la sete di vita e di amore di altri. Il segreto è quello di non bere da soli! Con chi possiamo condividere la nostra scoperta della sorgente che si chiama Gesù?