Se Cristo, domani,
busserà alla vostra porta,
lo riconoscerete?
Sarà, come una volta,
un uomo povero,
certamente un uomo solo.
Sarà senza dubbio un operaio,
forse un disoccupato,
e anche, se lo sciopero è giusto,
uno scioperante.
Salirà scale su scale,
senza mai finire.
Ma la vostra porta è così difficile da aprire.
«Non mi interessa» comincerete
prima d’ascoltarlo.
E sbatterete la porta in faccia al povero che è il Signore.
Sarà forse un profugo, uno dei quindici milioni di profughi
con un passaporto dell’ONU, uno di coloro che nessuno vuole,
e che vagano in questo deserto che è diventato il Mondo;
uno di coloro che devono morire
«perché dopo tutto non si sa da dove arrivino
persone di quella risma…».
O meglio ancora, in America, un uomo nero, un negro come dicono loro, stanco di mendicare un buco negli alloggi di New York,
come una volta a Betlemme la Vergine Nostra Signora…
Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta,
lo riconoscerete?
*Raoul Follereau, (1903 -1977) l’apostolo dei lebbrosi
Nel 1935 seguendo, per interesse personale e come inviato speciale del giornaleLa Nation, le orme del missionario Charles de Foucauld, durante un safari in Africa, il giovane e promettente giornalista Follereau viene a contatto per la prima volta con la terribile realtà dei lebbrosi. La jeep con la quale viaggiava è costretta a fermarsi presso uno stagno: in quel momento dal fitto della forestaemergono i lebbrosi, dai visi impauriti e dai corpi distrutti e rovinati dalla malattia, con un disperato bisogno di cibo. Questo incontro cambia la sua vita. Scioccato da ciò che ha visto Follereau ritorna in Francia per fare qualcosa per quei “sepolti vivi” per coloro che chiama la “sottospecie umana condannata senza appello e senza amnistia“. Così Follereau iniziò la sua avventura come ’apostolo dei lebbrosi.