Carissimi genitori dei ragazzi del catechismo,
Il cammino di formazione cristiana ha una identità propria.
Esso non fa riferimento al corso scolastico e alle sue tecniche. Certamente il catechismo offrirà un vero e serio “ insegnamento” delle verità della fede cattolica, ma sarà proprio questa a dettare i termini più propri e a proporre le esperienze che devono essere caratteristiche della formazione catechistica. Riteniamo, ad esempio, più espressiva della esperienza ecclesiale il termine “gruppo”, “comunità”, piuttosto che “classe”, e riteniamo che quel termine richiami le esigenze che fan vivere crescere la grande comunità cristiana. Si dovrà guardare alla crescita nella fede più che a “passaggi automatici”, a “promozioni” da una “classe ad un’altra”. Anche a voi deve stare a cuore prima di tutto tale crescita nella fede e la partecipazione alla vita della Chiesa. Non si tratta quindi di cambiare solo dei nomi, ma di esprimere attraverso i termini i contenuti e i metodi propri del catechismo.
Il catechismo non è solo preparazione ai Sacramenti.
Il catechismo è per la vita cristiana. Certo i Sacramenti, la Prima Comunione e la Cresima, rimangono “pilastri” dell’ingresso nella vita cristiana (sono i Sacramenti della “Iniziazione cristiana”, la cui porta è il Battesimo); a questi si aggiunge il Sacramento del Perdono (ovvero della Riconciliazione o Confessione), per rinnovare in noi la vita divina macchiata dal peccato. Tuttavia il catechismo, specie oggi, non può ridursi solo ad essere un “corso” per i Sacramenti ma deve formare alla vita cristiana in tutti i suoi aspetti.
Vi chiediamo pertanto di fare questo salto di prospettiva e quindi di considerare che unico è il cammino del catechismo e che tutti gli anni in cui si articola sono ugualmente importanti; non ci sono “anni di passaggio” da frequentare solo da chi “ne ha il tempo” o da chi è più volenteroso.
Perdonate se vi ricordiamo che la formazione alla vita cristiana, per il credente, non è un accessorio e che non può essere considerata meno importante di tanti altri impegni che chiediamo ai nostri ragazzi o nei quali li assecondiamo con entusiasmo. È una proposta di sostegno a voi genitori e richiede una più stretta collaborazione con voi.
La partecipazione alla S. Messa domenicale e festiva è necessaria al cammino catechistico.
Proprio perché il catechismo non é solo “lezione” ma espressione della vita cristiana non si può separare il tempo dell’incontro catechistico dalla partecipazione alla Messa. Dobbiamo notare con dolore che si é diffusa una mentalità opposta: si mandano i bambini al catechismo perché si sa che in caso contrario non potranno ricevere la Prima Comunione o la Cresima (alla cui festa per vari motivi non si vuol rinunciare), ma non ci si preoccupa affatto che essi frequentino la Messa domenicale, che invece sta al centro della vita del credente.
Forse gli stessi adulti non frequentano e rinunciano a vivere con i loro figli quello che è un momento importante per la famiglia cristiana. Non ci si accorge, tra l’altro, della contraddizione che c’è nel pensare che si possa fare bene la Prima Comunione senza avere la consuetudine con la Santa Messa: la Comunione eucaristica è un momento alto della Messa e non si può vivere senza vivere integralmente questo incontro con il Signore. Sappiamo che vengono addotte varie motivazioni a giustificare la mancata partecipazione alla Messa domenicale. Vi preghiamo di riflettere bene su questo aspetto fondamentale della stessa vostra vita di credenti. Almeno non impedite ai vostri figli di partecipare o non rendetelo loro più difficile, anzi ricordate loro la serietà di un tale appuntamento: il vostro esempio sarà il modo migliore per farlo.
La formazione alla fede non è solo per i bambini o per i bambini da soli.
La vita di fede segue le stesse leggi della… vita: va trasmessa. Voi direte: “è compito della Chiesa e noi affidiamo per questo i nostri figli alla Parrocchia”. Certo la comunità ha un suo compito fondamentale e lo svolge specie attraverso i suoi Pastori e i suoi Catechisti e Catechiste, che si dedicano ad un tale compito con ammirevole dedizione e completa gratuità. Tuttavia nessuno può davvero sostituire completamente i genitori. La vostra fede è la prima testimonianza e il primo insegnamento. Senza la vostra presenza il rischio è che i ragazzi considerino la fede come estranea alla vita, quella concreta, quotidiana, che si vive in casa. C’è il rischio che considerino il rapporto con Dio come “ cosa da bambini”, che non interessa gli adulti e che quindi, con l’età adulta, sarà trascurabile. Quando, addirittura, non ci sia contrasto tra quello che i ragazzi ricevono al catechismo e quello che ricevono in casa. Per questo vi sentirete fare proposte di varia partecipazione alla esperienza catechistica dei vostri figli, proposte che andranno oltre la semplice informazione o il concordare aspetti organizzativi. Saranno inviti ad essere presenti a qualche momento che i vostri figli vivranno nel contesto catechistico (come si fanno luminosi gli occhi dei vostri bimbi quando ad un momento di preghiera comune o a una sacra rappresentazione da loro realizzata sono presenti anche papà e mamma !), fino alla richiesta di partecipare ad incontri di formazione per la vostra stessa vita di fede, facilmente rapportati all’argomento che viene trattato con i vostri ragazzi.
È quella che viene chiamata “catechesi familiare”. Vi preghiamo, non tiratevi indietro, non lasciate prevalere in voi la convinzione “ di non averne bisogno”. La fede, come tutto ciò che è vitale ha bisogno di crescere, di essere rafforzata, di essere alimentata. Abbiamo fiducia nella vostra risposta. Potrà essere l’occasione per un dialogo aperto, sereno, familiare “con la Chiesa” e “nella Chiesa”.
Dio vi benedica con i vostri figli!