Carissimo /a,
auguri fraterni dalla tua Parrocchia che in questi giorni celebra il sessantesimo della benedizione della Chiesa, dal Cardinale Lercaro.
Mi è venuto spontaneo, a maggio,
ritornare con un pensiero a Lourdes e farne parte con te.
Lungo il Gave che scorre veloce e silenzioso accanto alla grotta, che un tempo era l’immondezzaio della città ed ora è la più splendida di tutte le grotte del mondo,
i pellegrini camminano con la corona tra le mani.
La Madonna nella prima apparizione sorride e tace; poi si mette a pregare con Bernadette, ridando al mondo la nostalgia del cielo, in un periodo storico –somigliante al nostro- imbevuto di filosofie stereotipe e insicure, che ha bisogno di speranza.
Alla terza apparizione la veggente presenta, alla bianca Signora, carta e penna, affinché scriva il suo nome. Ma ella sorride ancora e non scrive.
Più tardi dice : ”Vai a dire ai preti di costruirmi una chiesa”.
Sembra a me, e forse anche a te, che in tali eventi si riproponga all’uomo un bisogno di uscire dal guscio di certi ritmi di pietà.
Ai pellegrini che vanno a Lourdes i giorni corrono veloci come l’acqua del Gave.
A notte inoltrata si notano molti che vanno a bere un sorso alla sorgente o che si inginocchiano sotto la grotta e restano finché non si spegne l’ultima fiaccola. Lì, nella casa di Maria, tutti scoprono la loro identità.
E nel viaggio di ritorno, un tempo cadenzato dalle ruote del treno, si snocciolano ancora le Ave Maria, una preghiera che, entrando nelle case, rinnova gli affetti e l’ottimismo.
Ti auguro che il primo appuntamento della giornata sia il saluto alla Madre del Cielo.
Auguri.
Don Erasmo e la Comunità Parrocchiale