Carissima /o,
“Tanti auguri a te!”.
È una espressione che si canta con gli amici quando qualcuno compie gli anni.
Noi della parrocchia, sacerdoti e laici, siamo soliti unire agli auguri una preghiera a Don Orione e al Cottolengo.
Ci sembra che in questo modo si comprenda maggiormente il significato del saluto augurale.
C’era una volta un parlamentare furbo, portava con sé anche un po’ di gobba e gli occhiali che non si toglieva, dicevano, neanche di notte, forse per vedere meglio i sogni.
Quando era sveglio- dormiva poco- andava per la città a osservare da vicino la gente allo scopo di scoprire i moventi delle azioni che gli uomini e le donne compivano.
Ha scritto pure un libro che titolò “Visti da vicino”.
Mise in luce, con le sue occhiate scherzose, le diversità tra la loro vita privata e le loro parate ufficiali.
Se quello scrittore parlamentare, un po’ gobbo e con gli occhiali che portava anche di notte, fosse vissuto al tempo di Napoleone, standogli vicino almeno qualche ora,
avrebbe visto le bizzarrie del grande imperatore che concluse i suoi giorni a Sant’Elena.
Napoleone, infatti, quando era seduto al tavolo da gioco, non sopportava la minima contrarietà.
Se la fortuna non lo favoriva, era irresistibilmente portato a barare, benché non avesse interessi di carattere pecuniario.
Persino agli scacchi egli trovava il modo di entrare in possesso dei due alfieri.
Era il primo a riderne, ma era evidentemente seccato quando la cosa veniva notata.
(da Arthur Levy).
Possiamo ricavarne una lezione all’inizio di un nuovo anno, la lezione di non barare con noi stessi e nemmeno con gli altri, anche per non confonderci con le maschere che via via si indossano e si depongono.
Ti auguro tanta trasparenza: la vittoria può essere un po’ più lontana, ma certamente più sicura.
Tanto bene a te e a quanti ti sono vicini.
Don Erasmo e la Comunità Parrocchiale.