Quel cuore tremante di Padre
Tepido il sole inondava il dolor speranzoso dell’intero universo che teneva il respiro di piante e animali, bagnati i piedi di rugiada al muover d’una brezza mattutina.
Una fascia di soffici nubi nel cielo divideva l’azzurro e su di esse posavan le braccia ed i volti d’una fila di angeli e beati in attesa.
In mezzo alla schiera divina un Padre, bianchissimo in volto e nelle vesti emananti dolcezza, donava la luce agli assorti viventi. Poi, ad un cenno, guardarono tutti la terra insicura, agitata e ingrommata di piaceri che tristi
consumano pian piano le membra dei corpi che un tempo uscirono belli dall’arte del Padre.
Ma tra le membra agitate, quel Padre s’accorse di una pura fanciulla, la sola adorante in una cella di fango chiarita dai raggi di un sole divino. Era lei che cercava e da lei tutto aspettava quel Padre di tutto possente e timido in cuore. Riprese il coraggio di quando compose del mondo le cose ed anche l’intero genere umano.
Ora più non poteva soffrire l’oltraggio.
“Vola, disse all’angel che gli stava vicino, corri laggiù, alla casa modesta, a quella ragazza che prega e capisce l’affanno del tempo. Dille ch’accetti quanto mi preme!
Ed il messo del cielo volò sulla terra al pari della luce veloce.
Si mise a pregare con lei le parole e la voce del Padre tendente le braccia dai cumoli di alte bianchissime nubi.
Ed in sussulto devoto s’accese la mistica voce di lei che posò sulle ali l’amorevole cenno.
La prese quel Padre col cuore tremante.
Quel “sì” illuminò tutto l’esercito santo e lo Spirito che subito corse portando a Maria la divina semente. Un giorno lo disse allo sposo. E prepararono insieme per mesi l’evento.
Una grotta a Betlemme, al pari della cella di fango lasciata al villaggio, era scelta da Dio che sempre compone col limo le arti più belle.
Le soffici nubi del cielo vestito d’azzurro e bianchissime come la neve formanti corona di santi osannanti, con suoni e con canti sulla fulgida grotta vestita di paglia e di grazie celesti, posarono, adoranti.
E quel seme divino aprendo le braccia e gli occhi fulgenti, al mondo assetato di pace, s’offerse Bambino.
BUON NATALE e BUON ANNO
I Sacerdoti